ekatlos_logo

EKATLOS

Blog about God

Chiesa Gnostica Egizia Apostolica Yohannita

Le presenti note hanno lo scopo di rendere edotti i seri ricercatori esoterici in merito agli elementi essenziali della dottrina gnostica antica e dello gnosticismo moderno oltre   che del deposito ecclesiale gnostico da noi posseduto. Per approfondimenti si consiglia la lettura del Libro “I Figli della Luce” (autore Apis) edito dalla c.e. Mimesis.

Lo Gnosticismo

Nell’Antichità

Con il termine “gnosticismo” si designa un gruppo di correnti filosofico-religiose dell’antichità, che hanno avuto la loro massima diffusione nei secoli II e III dell’era cristiana nei maggiori centri culturali dell’area mediterranea, come Roma e Alessandria d’Egitto. In certi casi si tratta di scuole fondate da personaggi noti, come Basilide, Marcione o Valentino — tutti vissuti nel secolo II —, in altri casi di gruppi di cui non si conoscono i fondatori e la cui denominazione deriva da elementi dottrinali: per esempio, gli ofiti attribuiscono un ruolo importante al serpente, in greco ofis; i cainiti si richiamano a Caino, e così via.

Fino al ritrovamento nel 1945 a Nag Hammadi, nell’Alto Egitto, di un’intera biblioteca gnostica, gli studiosi disponevano di scarsi testi originali e integrali, ritrovati nel corso del tempo, e le fonti per lo studio delle teorie gnostiche erano costituite per lo più da descrizioni e da citazioni contenute nelle confutazioni da parte di autori cristiani, che scrivono in difesa dell’ortodossia, come sant’Ireneo, vescovo di Lione (sec. II) nell’opera “denuncia e confutazione della pseudo-gnosi.

Il cristianesimo nei primi secoli è minacciato dallo gnosticismo tanto dall’esterno, cioè da movimenti che si pongono dichiaratamente in posizione alternativa a esso, quanto dall’interno, da gruppi che cercavano d’infiltrarsi in ambienti cristiani rifacendosi talvolta a scritti, come i vangeli apocrifi — cioè non riconosciuti nella Chiesa come ispirati —, ritenuti più autorevoli dei vangeli canonici: questi ultimi raccoglierebbero gl’insegnamenti di Gesù alle masse e avrebbero un carattere essoterico, mentre testi come La Sofia di Gesù Cristo o l’Apocrifo di Giovanni conterrebbero una dottrina rivelata da Gesù ad alcuni apostoli o a discepoli e destinata solo a pochi adepti.

Dualismo Radicale

Un carattere fondamentale dello gnosticismo è il dualismo radicale. Anche nella tradizione biblica esiste un dualismo fra Dio creatore da una parte e l’uomo e l’universo dall’altra, ma tanto la creatura quanto il creato corrispondono a un progetto divino e questo conferisce loro dignità: l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio, e la creazione contiene l’impronta del creatore. Per lo gnosticismo, invece, esiste una differenza abissale fra Dio e la realtà materiale: lo spirito è sostanzialmente estraneo all’universo e il rapporto con il mondo materiale non può contribuire in nessun modo all’elevazione spirituale dell’uomo.

Gli specialisti distinguono due tipi principali di dualismo gnostico: il tipo iranico ammette la contrapposizione di due princìpi in lotta fra di loro e considera il mondo materiale come il dominio di una potenza negativa, mentre la speculazione siriaco-egizia — secondo lo storico delle religioni e filosofo Hans Jonas (1903-1993) — fa “[…] derivare il dualismo stesso, e la conseguente situazione del divino nel sistema di creazione, dall’unica e indivisa fonte dell’essere, per mezzo di una genealogia di stati divini personificati che si evolvono l’uno dall’altro e descrivono il progressivo oscuramento della Luce originaria in categorie di colpa, errore e fallimento. Questa interna “involuzione” divina termina nella decadenza completa dell’alienazione di sé che è questo mondo”.

Caratteristica di molti sistemi gnostici è pure la descrizione mitologica dei passaggi intermedi. Tanto ammettendo un processo di degenerazione o di “devoluzione”, con la comparsa di uno stato inferiore, quanto la creazione da parte di un essere malvagio, il demiurgo, né la creazione del mondo né l’ordine di natura corrispondono alla volontà dell’Essere Supremo. Le leggi di natura sarebbero dettate dal demiurgo che, orgoglioso del proprio dominio, cerca d’indurre l’uomo a riprodursi, aumentando e prolungando la condizione di alienazione dello spirito nella materia.

Dualismo antropologico

All’irriducibilità fra Essere Supremo e natura corrisponde quella fra spirito e materia, e, a livello antropologico, fra anima e corpo. Lo spirito corrisponde a una particella divina, con la vocazione a riunirsi all’Essere Supremo e quindi eterna, mentre il corpo costituisce solo il carcere in cui l’anima è prigioniera o esiliata, ed è destinato a dissolversi nel nulla.

Certi sistemi gnostici inseriscono questa teoria in una visione astrologica basata sulla concezione geocentrica. Per unirsi al corpo lo spirito deve arrivare sulla terra e attraversare una dopo l’altra le sfere dei pianeti. In questa “caduta” nel mondo sublunare, prima di penetrare nel corpo materiale, lo spirito riceve una specie d’involucro, il “corpo astrale”, che cresce al passaggio da ogni sfera planetaria. Alla fine lo spirito risulta rivestito, occultato da queste stratificazioni, che sono il presupposto delle corrispondenze cosmiche e delle influenze astrali condizionanti l’esistenza umana.

Nella condizione terrena l’uomo avrebbe dimenticato la sua origine e si troverebbe come in uno stato di ebbrezza, di sonno o di oblio, che lo porterebbe ad assoggettarsi alle leggi demiurgiche della natura e alle influenze cosmiche. Per alcuni sistemi gnostici non tutti gli uomini sarebbero in grado di pervenire alla conoscenza, alla gnosi, e quindi di superare la condizione di alienazione. Secondo il sistema valentiniano, per esempio, gli uomini per nascita sono di tre tipi diversi: gli “spirituali” hanno la possibilità di pervenire alla conoscenza e, una volta arrivati a tale livello, sono al di sopra delle leggi; gli “psichici” hanno bisogno per la loro realizzazione delle leggi e delle dottrine di una religione, mentre gli “ilici” sono incapaci di superare i condizionamenti materiali. Solo con un atto di ricordo o di risveglio l’uomo, o almeno chi ha la necessaria vocazione, può riconoscere la propria natura spirituale e affrontare la via della liberazione progressiva dai condizionamenti subiti al passaggio di ogni sfera. Questo è possibile per mezzo di un processo descritto come ascesa dell’anima, in cui l’adepto, percorrendo a ritroso l’itinerario della caduta, deve affrontare a ogni sfera gli esseri spirituali a essa preposti, gli arconti, e riuscire a passare grazie alle formule e alle parole di passo apprese nell’iniziazione gnostica.

In questo processo l’uomo deve staccarsi anche dagli elementi materiali della propria individualità, riconoscendo che il proprio spirito è solamente una scintilla dell’Essere Supremo e a esso identico, in altri termini di essere egli stesso Dio.

La concezione negativa dell’esistenza terrena e della vita condiziona profondamente anche i rapporti fra i sessi.

Ammesso che il piacere sessuale è una specie di esca con cui il demiurgo induce l’uomo a riprodursi, lo gnostico ha due possibilità:

astenersi da ogni attività sessuale, oppure svincolare la sessualità dalla riproduzione, per poter godere del piacere sessuale evitando però di procreare. Effettivamente nei movimenti gnostici si possono osservare tanto un ascetismo radicale quanto il libertinismo, comportamenti opposti ma che presentano un elemento comune: il disprezzo per la vita.

Il rifiuto della tradizione biblica

L’identificazione del Dio creatore della Bibbia con il demiurgo, quindi con una figura negativa, comporta pure un rovesciamento nella valutazione dei singoli personaggi biblici, con l’idealizzazione di chi ha infranto le leggi del Creatore, come Caino. Il paradiso terrestre diventa una specie di giardino incantato in cui il Dio biblico tiene Adamo ed Eva nell’ignoranza. Nell’Apocrifo di Giovanni lo stesso Cristo Salvatore incita i progenitori a mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, con un’interpretazione che introduce una netta frattura fra il Dio creatore dell’Antico Testamento e il Salvatore che proclama l’emancipazione dalla Legge.

Se alcuni studiosi hanno considerato eccessivo e di parte l’impegno degli apologisti cristiani nel combattere lo gnosticismo e nel considerarlo estraneo al cristianesimo, nonostante le pretese di alcuni gruppi di rappresentarne addirittura la tradizione più autentica, i ritrovamenti di Nag Hammadi confermano le tesi degli apologisti. Per esempio, uno dei testi ritrovati è La Sofia di Gesù Cristo, in cui Cristo ammaestra alcuni discepoli rispondendo alle loro domande: ebbene, risulta essere trascrizione in forma di dialogo di un testo gnostico più antico, Eugnosto il Beato, forse risalente al secolo I a. C., quindi conferma l’origine precristiana o almeno non cristiana di temi fondamentali, anche prescindendo dal fatto che contatti secolari con il cristianesimo possono aver portato a una certa cristianizzazione di un gnosticismo originariamente estraneo a esso.

Implicazioni sociali

Le teorie gnostiche non sono prive di conseguenze sociali: infatti, se la concezione della realtà terrena come “acosmica”, “senza ordine”, mette in discussione l’esistenza del diritto naturale, il giudizio negativo sulla vita e sulla procreazione mina le basi stesse della società, della famiglia e della civiltà in genere. Quindi, lo gnosticismo non è solamente alternativo al cristianesimo, ma anche al pensiero greco e al diritto romano.
L’affermazione del cristianesimo sullo gnosticismo non rappresenta quindi solo una questione interna della Chiesa, ma il punto di partenza per la formazione di una nuova civiltà, quella cristiana, con il riconoscimento del valore tanto dell’ordine spirituale quanto di quello temporale.
Per questo il politologo Eric Voegelin (1901-1985) interpreta la secolarizzazione dell’Occidente cristiano come effetto dell’azione di una serie di movimenti rivoluzionari, fra i quali annovera la Riforma protestante, la Rivoluzione francese e il marxismo, in cui ritiene di riconoscere tratti comuni gnostici.

Elementi gnostici nel Medioevo e nel mondo moderno

Se la rilevanza dello gnosticismo declina a partire dal secolo IV, dopo il quale per gli studiosi non si può più parlare di gnosticismo in senso vero e proprio, il fenomeno sopravvive anche in quelli successivi, assume nuove forme e raggiunge talvolta dimensioni inquietanti, come con i catari. Scienze come l’alchimia e l’astrologia nonché la pubblicazione da parte dell’umanista Marsilio Ficino (1433-1499), nel 1463, del Corpus Hermeticum di Ermete Trismegisto, una raccolta di scritti sapienziali di epoca ellenistica, contribuiscono alla diffusione di temi gnostici nella cultura rinascimentale.

LO GNOSTICISMO MODERNO

La storia delle moderne Chiese gnostiche è inseparabile dall’avventura spirituale di Jules-Benoît Doinel (1842-1902). Nato a Moulins, nel 1842, in una famiglia di grande fede cattolica, nell’adolescenza sperimenta esperienze mistiche e visioni di san Stanislao Kostka (1550-1568), un novizio gesuita morto a diciotto anni e celebrato come esempio di obbedienza e di castità. Nel 1859 entra nel noviziato gesuita di Montciel: ma i gesuiti non apprezzano le sue visioni, e lo allontanano nel 1861. A vent’anni, si lancia nell’archivistica a Parigi e si diploma alla prestigiosa École des Chartes nel 1866; nello stesso anno è nominato archivista ad Aurillac. Nel frattempo aveva abbandonato il cattolicesimo e si era scoperto doti di medium spiritista. Tuttavia nel 1868 si sposa e la moglie, l’attrice Stéphanie-Françoise Le Clerc (1835-1873), fervente cattolica, lo riporta alla fede della sua infanzia. Promosso archivista a Niort nel 1869, pur continuando a praticare la fede cattolica, Doinel riprende le sedute spiritiche.

Dopo la morte della moglie nel 1873 – e un secondo matrimonio nel 1874, che questa volta lo fa entrare in relazione con una famiglia di tradizioni repubblicane e massoniche – abbandona nuovamente la Chiesa ed è iniziato nel Grande Oriente di Francia nel 1884, dopo essere stato promosso agli importanti archivi di Orléans nel 1875. Le sue doti professionali, dopo l’ingresso in massoneria, lo portano a essere nominato archivista del Grande Oriente e bibliotecario-conservatore del Museo massonico. Nel 1882 Doinel aderisce brevemente al curioso movimento monodista, promosso dal figlio del famoso pastore protestante ginevrino Jean Monod (1765-1836), Guillaume Monod (1800-1896), che si proclama il nuovo messia e il Cristo ritornato sulla Terra. Nel 1890 – pur essendo ancora monodista – Doinel entra in contatto con Gérard Encausse, detto “Papus” (1865-1916), e fonda la branca di Orléans del Gruppo Indipendente di Studi Esoterici, aderendo anche all’Ordine Martinista.

Pur tra multiple appartenenze – fra cui non va dimenticata la Società Teosofica – Doinel riserva i suoi maggiori interessi allo gnosticismo antico e ai catari, su cui pubblica vari saggi. Decisivo per la successiva fondazione della Chiesa gnostica è l’incontro di Doinel con la contessa Maria Mariátegui (1830-1895), divenuta per successivi matrimoni duchessa di Pomar e Lady Caithness, il cui salotto parigino era frequentato dai principali protagonisti del mondo esoterico, dello spiritismo e della Società Teosofica (fra cui la stessa Helena Petrovna Blavatsky [1831-1891]). La duchessa si diceva a sua volta favorita da visioni e si considerava la reincarnazione di Maria Stuarda (1542-1587), in onore della quale aveva fondato una società segreta, il Cercle de l’Étoile Celeste.

La storia della nascita della Chiesa gnostica è stata raccontata dallo stesso Doinel, in fasi diverse della sua vita, in modi differenti. È probabile che Doinel abbia anzitutto pensato alla duchessa di Pomar come capo visibile di una Chiesa gnostica, di cui egli avrebbe dovuto essere il vescovo. Qualche giorno prima del 17 maggio 1890 – quando Doinel firma il primo “mandamento” come vescovo gnostico – è consacrato nell’oratorio della duchessa, probabilmente dalla stessa nobildonna. Successivamente, nel giugno 1890, si tiene sempre presso la duchessa di Pomar la famosa seduta spiritica dove quarantuno vescovi catari si manifestano e consacrano Doinel come patriarca e fondatore di una nuova Chiesa gnostica. Doinel riteneva che il suo ruolo dovesse essere subordinato a quello di una “Sophia terrestre”, che – secondo la sua interpretazione dell’insegnamento degli gnostici antichi – doveva essere costantemente presente sulla Terra. Dopo il rifiuto della duchessa di Pomar e di altre candidate, Doinel – che sembra davvero essere stato in contatto con tutte le religioni alternative del suo tempo – cerca conforto nella cappella swedenborgiana della rue Thouin a Parigi, dove una visione lo convince ad accontentarsi di una Sophia non incarnata e puramente spirituale.

Già nel 1890 l’archivista, con i poteri che ritiene gli siano stati conferiti, inizia a consacrare vescovi gnostici, fra cui si contano i nomi più noti dell’esoterismo francese, da Papus a Paul Sédir (pseudonimo di Yvon Le Loup, 1871-1926). Anche una donna, Marie Chauvel de Chauvigny (1842-1927) è consacrata vescovo con il nome di Esclarmonde, sulla base di dubbi precedenti catari. Nel 1892 si può riunire un sinodo della Chiesa gnostica, che conferma la carica patriarcale di Doinel e gli conferisce il nome di Valentino II (Valentino I essendo stato, in questa logica, lo gnostico del II secolo). In questo sinodo (secondo altri nel secondo, tenuto nel 1894) è consacrato vescovo l’esoterista Léonce Fabre des Essarts (1848-1917) con il nome di Synésius. Negli anni fra il 1890 e il 1894 Doinel dà alla Chiesa gnostica un catechismo e un rituale, che mescola – non senza creare un insieme a suo modo coerente – elementi dello gnosticismo antico e del catarismo, argomenti su cui non si può non riconoscere a Doinel una grande erudizione anche se – evidentemente – il tentativo di resuscitare esperienze religiose terminate da secoli ha pur sempre un che di artificiale.

L’atteggiamento del fedele della Chiesa gnostica è riassunto in questa risposta del Catechismo di Doinel:

“Sono Gnostico Valentiniano. Ho il Pleroma per Padre, Christo per Salvatore, Simone e Valentino per dottori, Elena e Sophia per appoggi, e attendo l’avvento di Nostra Signora Pneuma-Agion, l’Eterno Femminino”.

Nelle difficoltà di ricostruire la vita rituale dello gnosticismo antico, per i sacramenti Doinel si rivolge ai catari di cui riprende il Consolamentum e l’“Appareillantum” (un rito penitenziale), mentre per l’eucarestia si ispira liberamente alla messa cattolica. Nella sostanza con la Chiesa gnostica Doinel aveva creato una società iniziatica di intonazione massonica, con una mitologia gnostica e un rituale cataro. Il suo successo si doveva alla possibilità di una “doppia appartenenza” (e anche tripla o quadrupla) offerta a chi già faceva parte di altre strutture iniziatiche: molti dei membri della Chiesa gnostica erano anche massoni (regolari o “di frangia”), martinisti e membri di una grande varietà di altre organizzazioni e società esoteriche.

Nel dicembre 1894 Doinel si dimette dalla massoneria e nel 1895 annuncia la sua conversione al cattolicesimo. Nel maggio 1895 con lo pseudonimo Jean Kostka – che rimanda al santo novizio gesuita venerato nell’adolescenza – pubblica Lucifer démasqué in cui racconta in tono fortemente critico le sue esperienze nella massoneria, nella Società Teosofica, nella cerchia della duchessa di Pomar (che muore nello stesso 1895) e nella Chiesa gnostica. Per comprendere l’impatto della conversione di Doinel e del volume occorre ricordare che nel 1895 si è nel pieno del caso di Léo Taxil (pseudonimo di Marie-Joseph-Antoine-Gabriel Jogand, 1854-1907), un ex-massone che afferma di essersi convertito al cattolicesimo e le cui rivelazioni sulla presenza fisica di Satana e dei satanisti nelle logge massoniche dividono lo stesso campo antimassonico, dove alcuni le abbracciano con entusiasmo, altri sospettano un inganno. È Taxil nel 1895 ad accogliere Doinel negli ambienti antimassonici più accesi, salutandolo come un collega di conversione. Ne consegue che il Fratello Gèrard Encausse (Papus) che ricevette da Doinel la Filizione Gnostica di Questi,dovette procedere ad una intensa “rettificazione” del visionarismo medianico e misticheggiante di Doinel.

Come è iniziata

Jean Bricaud (1881-1934)  nel 1918 successe a Tèdèr nella Carica di Gran Jerofante del Memphis e Misraim. Bricaud, gia’ legato a Gerard Encausse (Papus), con cui aveva fondato la Chiesa Gnostica Gallicana, era gia’, da alcuni anni, l’indiscusso Primate della Chiesa Gnostica Universale, nata dalla confluenza, appunto nella Chiesa Gallicana, di altre linee Ecclesiali Gnostiche per lo piu’ provenienti da Doinel, con il nome di Tau Johannes. Onestamente a Jean Bricaud del Regime Egizio importava assai poco ma “l’eredita’”di Papus (e quindi del Suo Successore Tèdèr) comprendeva la Gran Maestranza del Memphis e Misraim, dell’Ordine Martinista e della Chiesa Gnostica, dunque per  certi aspetti Bricaud non aveva scelta.

A tale regola,del resto, si attennero anche tutti i  legittimi successori di Bricaud che pero’, a differenza di Tau Johannes, diedero alle Tre Linee Iniziatiche ( Massoneria Egizia,Martinista,Gnostica) unificate da Papus, lo stesso valore e le medesime attenzioni. La contemporanea progressione dei Fratelli in tali Linee Iniziatiche, infatti, rappresenta  certamente un valore aggiunto per quei Regimi che le pratichino, a patto di mantenere questo depositi nelle stesse mani e di non dimenticare mai le differenze che esistono in questi Tre Percorsi che pure possiedono molteplici aspetti comuni.

In tutti i casi Bricaud desiderava che Coloro che giungevano ai vertici della Piramide Egizia fossero legati indissolubilmente alla Chiesa Gnostica ed al Suo Primate (Lui,appunto), pertanto creo’ ex novo un grado di consacrazione Episcopale a cui diede il nome di Patriarca Gran Consacratore. Data la non eccessiva dimistichezza del Fr:. Bricaud con i gradi della Piramide Egizia, detto grado episcopale fu inserito al 66° gradino “promuovendo” alla 86° posizione il Sublime Kawi che,prima dell’avvento di Bricaud alla carica di Gran Jerofante era il grado numero 66 della Piramide Egizia.

Analogamente Egli “gnosticizzo’” il XXIX grado (Sublime Scozzese) inserendo a partire da Esso la Linea Gnostica di cui era detentore. 

Bricaud dà grande rilievo alla Scuola Alessandrina, che coadiuva lo “studente” in quel processo dialettico di analisi e sintesi ben sintetizzato dalle parole di Platone; più sintesi che analisi per la verità, quella analisi che oggi troppo si compie nelle “scuole” moderne.

Più per informazione storica che per effettiva condivisione segnaliamo il metodo e le discipline che secondo Bricaud dovevano essere oggetto di studio nella Chiesa Gnostica:

  1.  l’ermetismo come studio dei simboli esoterici;
  2.  l’alchimia come  studio degli esseri inferiori della natura (minerali e vegetali);
  3.  la magia come  studio e la messa in azione delle forze occulte dell’uomo e della natura;
  4.  l’astrologia come  studio degli astri e dei loro influssi sugli esseri e sulle cose;
  5.  la cabala come  dottrina segreta sulla costituzione del cosmo;
  6.  la teurgia come studio e messa in pratica delle forze occulte dei piani superiori e del piano divino.

Il caso non esiste; l’occultismo vede in ogni minimo fatto l’opera di una legge; non esistono effetti senza cause; le leggi enucleate sono le seguenti:

  1. legge dell’unità (Uno platonico, Bene);
  2.  legge del binario (Diade indefinita platonica, Male);
  3.  la legge del ternario che domina i tre mondi che compongono l’universo (fisico, psichico, divino);
  4.  legge del quaternario: uomo-donna-figlio-“famiglia”; tetragrammaton (principio attivo I, passivo H, mediano V, transitivo H); il quarto termine è l’intermediario, il tratto d’unione fra il ternario precedente e il successivo;
  5.  legge del quinario = unione del binario-Male e del ternario Bene (2+3); principio della distruzione delle forme;
  6.  legge del senario, d’involuzione ed evoluzione (esagramma): nel caos gestativo c’è una lotta che vivifica il principio e si polarizza nella materia, per poi rispiritualizzarsi e tornare all’Unità (Reintegrazione);
  7.  legge dell’analogia: “ciò che è in alto è come ciò che sta in basso”;
  8.  legge delle corrispondenze: ad ogni cosa nel mondo spirituale nè corrisponde una nel mondo naturale (genio-angelo-demone ed uomo, ecc.);
  9.  legge dell’equilibrio: gli opposti hanno un intermediario che li media (fra luce ed ombra c’è sempre una mescolanza di penombra, diceva Goethe); fra ogni polarità positiva e negativa, ce n’è sempre una neutra equilibrante;
  10.  legge delle segnature: influenza dello spirito e dell’anima sul corpo fisico;
  11.  legge della composizione delle calamite: il maschio è positivo nel sensibile e negativo nell’intellegibile, la femmina il contrario;
  12.  legge dei segni di appoggio: l’uomo per agire all’esterno di se stesso ha bisogno di un segno che corrisponda alla sua volonta’;

L’uomo è formato da 3 principi: corpo (che sostiene tutto; addome e apparato digerente) e spirito (che dirige tutto; cervello e nervi), più un intermediario (anima, che muove tutto; cervelletto e apparato respiratorio e circolatorio); quest’ultimo fornisce coesione all’essere umano.

Importanza degli elementi nell’uomo, come insegna anche Platone (Timeo): a) ossa, b) muscoli e tendini, c) carne e tessuti molli, d) liquidi.

Il corpo fisico si manifesta coi bisogni, quello astrale/anima con le passioni, lo spirito con il libero arbitrio (VI, Innamorato); in tutte le azioni della vita occorre quindi un intermediario; tutto nell’uomo è mescolato (Filebo, Platone), ed anzi ogni cellula è un essere vivente mescolato a se’; “è tutto strettamente inguainato” dice Bricaud.

I 4 piani dell’uomo ermeticamente riguardano:

  1.  la Terra = il corpo fisico
  2.  l’Acqua = il corpo astrale, che anima il primo (e rimarrà col cadavere a decomporsi dopo la morte)
  3.  l’Aria = la Psiche (Bricaud intende, la parte alta dell’anima: mi sembra che qui riappaia la duplicità dell’anima platonica, Fedro) che è la forza nervosa, che muove tutto l’essere
  4.  il Fuoco = lo Spirito.

Il corpo astrale dirige la forza vitale; e ogni tipo di spirito ed anima hanno il corpo che “si meritano”; esso non ha di per sè nè intelligenza nè coscienza.

“il mondo spirituale produce e riempe il mondo astrale che, a sua volta, origina e ricolma il mondo materiale”: il mondo spirituale è come il Fuoco di cui parla Platone che, essendo l’elemento più sottile e “pungente” si insinua in ogni altro elemento.

Ogni cosa è creata nel mondo divino in principio (in potenza), poi passa nel piano astrale “in negativo” (e in maniera meno perfetta, direi, VII Lettera e Timeo) come un calco (ricettacolo platonico?), poi inizia la creazione sul piano fisico.

Come ogni essere proietta un’ombra sul piano fisico, così ogni cosa del piano fisico proietta un riflesso sul piano astrale.

Il mondo astrale non è meno variato del mondo fisico, gli esseri elementali possono non essere affatto non inferiori all’uomo, ma non hanno uno spirito immortale (Paracelso); anche per essi prenomina il principio trinitario di positività, negatività, neutralità perchè sono forze sempre presenti e in movimento; di per sè sono neutri: è l’intenzione di chi li usa (principio agente, causa) come veicolo che ne determina l’azione (conseguenza).

Per questo di parla di purificazione e perfezionamento dello spirito;

  • quando un essere od una cosa sparisce, il suo riflesso persiste in astrale, e l’immagine di tal cosa o di tale essere perdura tale e quale era al momento preciso della sparizione;
  • gli elementari sono cosa bene diversa: essi sono uomini disincarnati con potenza limitata e in cui predomina l’istinto;

Bricaud parla della Piccola (trasformazione di uno spirito umano, da grossolano in sottile, da egoista in altruista) e Grande Opera (trasformazione della società umana, da bestiale in morale, da crudele in caritatevole); quando Bricaud parla,  di spazio e tempo, riprende ciò che Platone dice nel Timeo.

Nell’astrologia, cosa importante, “i pianeti predestinano, ma non determinano”; il mago, che opera da solo, agisce in un primo tempo da attivo, proiettando idee; e poi da ricettivo, percependo la realizzazione sottile di tali idee.

Il magista è armato di una spada o di un ferro puntuto, col quale può dissolvere od allontanare le forze astrali. Essi hanno:

  1.  Lo scettro, cioè la bacchetta magica (l’asso di bastoni);
  2.  La coppa, cioè l’incensiere (le coppe);
  3.  Il pugnale, o lo spadino, la spada, il fioretto (Il lingam, cioè il fallo-cteis, o l’asso di spade);
  4.  Il siclo, o la moneta, cioè il talismano, il pentacolo (i denari);

Con l’evocazione si fa salire fino a sè un essere inferiore; con l’invocazione si fa scendere a sè un essere superiore.

Il verbo umano consta di 3 elementi: 1) pensiero 2) parola 3) intonazione della voce.

“L’uomo, mediante uno speciale allenamento respiratorio, può accumulare in lui il dinamismo nervoso. Mediante la preghiera, egli spiritualizza questa forza accumulata; mediante il verbo la concreta e, con l’azione e la volonta’, la dirige fuori di se.” (Papus)

La Ecclesia Gnostica Apostolica Yohannita dopo Bricaud

Alla morte di Bricaud il Fr:.Constant Chevillon assunse la Carica di Gran Jerofante del Memphis-Misraim,di Gran Maestro dell’Ordine Martinista e di Primate della Chiesa Gnostica. Il Serenissimo Fr:.Chevillon diede vita,nel 1936 alla F.U.D.O.F.S.I. Allo scopo di unire in una unica Federazione gli Ordini Iniziatici Occidentali Regolari,mantenendo pero’ ciascun Ordine Membro la propria autonomia e sovranita’. La F.U.D.O.F.S.I. termino’ la propria vita con la tragica morte del suo fondatore assassinato dai nazisti di Klaus Barbi nel 1944 ed è stata recentemente (gennaio 2014) ricostituita con la presenza del Nostro Regime tra i membri fondatori essendo stato il nostro Primate  uno dei firmatari della Carta di Bucarest con la quale la F.U.D.O.F.S.I. è stata appunto ritualmente ricostituita. Il Successore di Bricaud fu il Fratello Henri Charles Dupont il quale, nel 1957 tramise all’Illustrissimo Fr:.Philippe Encausse, (Jean) Figlio del Grande Papus,la propria Linea Martinista,Gnostica e Libera-Muratoria Egizia.Il Fr:.Philippe Encausse aveva peraltro,nel 1933 ricevuto in Canada da Leone Caetani la Linea del Mizraim Puro,Regime di Napoli ed era gia’detentore della Linea Gnostica del Fr:. Leadbater e della Linea Martinista del Fr:::: Chaboseau. Tali Linee furono da Lui trasmesse all’ Illustrissimo Fratelli D’Aquino (1969) che le hanno a Noi Ritualmente trasmesse.

Pertanto la Successione Lineare del Nostro Deposito Gnostico risulta essere la seguente:

  • Tau SYNESIUS (Leon Fabre de Essart )
  • Tau VINCENT (G.Encausse)
  • Tau JEAN (J.Bricaud)
  • Tau HIERAX (J. Chaboseau)
  • Tau ARMONIUS (C.Chevillon)
  • Tau HENRY-CHARLES (H.C.Dupont)
  • Tau FILIPPUS  (P. Encausse)
  • Tau YOHANNES-MARIA  (J.M. D’Aquino)
  • Tau JULIANUS II (vivente )

 

Si puo’ evincere dunque la ben maggiore prossimita’ e linearita ‘del Nostro Deposito rispetto alle frammentate e remote successioni delle Chiese Gnostiche Italiane: va parimenti notato che il Fratello Vincenzo Soro, indicato unanimemente dalle varie Filazioni Gnostiche Italiane come “Padre Nobile” dello Gnosticismo Italico, rimase per tutta la vita fedele alla Ecclesia Yohannita del Patriarca Bricaud da egli definito “Sua Santita’Tau Jean” come si puo’ancora oggi leggere nelle stesse opere di Soro!

La forza del Deposito Gnostico Apostolico-Yohannita sta nel fatto che Esso, evitando pericolose confusioni e fedele alle indicazioni dei Padri della Gnosi moderna riserva il proprio lascito UNICAMENTE ai Fratelli ed alle Sorelle che abbiano già percorso un significativo cammino all’interno della Libera Muratoria Egizia e/o dell’Ordine Martinista e che, pertanto, si presuppone abbiano la necessaria maturità spirituale per poter seguire un cammino Gnostico.

Su tale aspetto cosi’ si esprime Philippe Encausse in una lettera circolare inviata ad alcuni Fratelli nel luglio del 1976:

“Ciò che mio Padre voleva evitare è che si potessero nel futuro riproporre certe deprecabilissime vicende avvenute ai tempi di Vintras e di Peladan; con la scusa di reinterpretare, infatti, Simon Mago ed Elena, si rischia di riproporre anche il mestiere della medesima, con i risultati che è facile immaginare. Tutto deve procedere di pari passo, come Mio Padre stabili’ e come Bricaud, Chevillon, Dupont hanno confermato, con il progressivo conseguimento dei gradi Martinisti e di quelli Massonici,Scozzesi,Inglesi o Egizi che siano.Non è pensabile aprire le porte del Tempio a dei profani come, appunto, solevano fare Vintras e Peladan, peraltro il primo, non a caso, non era Massone né Martinista e le conseguenze delle sue sconsideratezze sono attestate dalla storia.”

In una successiva circolare dell’11 gennaio 1977 riferendosi ad alcune iniziative di due celebri esoteristi italiani che non è il caso qui di nominare cosi’ si esprime: 

“… ho pertanto vivamente sconsigliato al Fr:. ****** venuto a Parigi per parlarmi, di creare pericolose aperture all’esterno della Santa Gnosi e di riservare gli insegnamenti Gnostici ai soli Martinisti o ai Fratelli che nella L.M. Scozzese o Egizia abbiano raggiunto perlomeno il 28° grado. Ovviamente Egli non ha alcun obbligo nei miei riguardi, gli obblighi, se mai, dovrebbero essere rivolti al Fr:.D’Aquino, ma se egli intendeva tornarsene in Italia recando al seguito la benedizione del Figlio di Papus è stato certamente disilluso in tale aspettativa. Le medesime cose le ho ripetute per iscritto, al Fr:.***** che mi aveva indirizzato una lunga lettera dall’Italia.”

Riteniamo che ci sia ben poco da aggiungere!

PAX PROFUNDA!

Il Primate della Ecclesia Gnostica Egiziana Apostolica Yohannita

+Tau Julianus II

Alcune successioni Apostoliche.

Appendice 1:

“Giulio Alvarez-Giulio I, arcivescovo di Ceylon, su autorizzazione del Patriarca della Chiesa di Antiochia S. B. Ignazio Pietro III (bolla del 22 dicembre 1891) consacra il 25-5-1892 nella cattedrale di Nostra Signora della buona morte a Colombo (Ceylon) Giuseppe Renato Vilatte che aveva fondato negli Stati Uniti una chiesa vecchio cattolica e che successivamente fonderà la Chiesa Cattolica Apostolica Francese. 

La validità della successione apostolica dei vescovi della chiesa giacobita non è stata mai loro contestata dalle autorità vaticane, né da quelle ortodosse. Quanto alla validità della consacrazione di Mgr. Vilatte possiamo riportare queste note. 

– Su « la genesi del rito vecchio cattolico, in America », si ,legge: « La validità dei suoi atti episcopali è stata riconosciuta da Roma, ed un prete da lui ordinato è entrato nella Chiesa Romana. Questo prete è venuto a Roma, e la sua ordinazione, dopo attento esame della Sacra Congregazione dei riti, è stata dichiarata valida ». 

– Il padre David Flemming, consultore del S. Uffizio e definitore generale dell’Ordine dei frati minori, nel 1899 dichiarava che « le ordinazioni dei Giansenisti e dei Giacobiti sono valide ». 

– Il Cardinale Richard, arcivescovo di Parigi, nella sua lettera del 17-4-1900 ed il vescovo di Evreux nella « Settimana religiosa » edita nella stessa città, dopo aver protestato per le ordinazioni fatte da Mgr. Vilatte a Parigi nello stesso anno (1900) dichiarano che se sono irregolari (dal punto di vista cattolico) « esse tuttavia non potrebbero essere inficiate di nullità… ». 

– Nel 1925 Vilatte si riconciliò con la chiesa romana. Sulla validità della sua consacrazione il S. Uffizio non sollevò alcuna obbiezione e Pio XI gli accordò una pensione annuale. Per far tacere voci interessate che spargevano il dubbio sulla sua consacrazione, Mons. Ceretti, Nunzio Apostolico, fece stampare sul Corriere di Baviera di Monaco il 6 e l’11 luglio 1925 la seguente nota: « … Mons. Vilatte ha ricevuto gli Ordini Minori ed il suddiaconato il 5-6-1885, il diaconato il 6-6 dello stesso anno ed il sacerdozio il 7-6-1885. Questi differenti ordini gli furono conferiti da Mons. Herzog, Vescovo Vecchio Cattolico nella Chiesa Vecchio Cattolica Svizzera a Berna. I documenti che ne fanno fede portano la data, la firma ed il nome di Mons. Herzog. Quanto alla sua consacrazione episcopale, essa ebbe luogo il 25-5-1892. Mons. Vilatte venne consacrato da tre vescovi giacobiti, nella cattedrale dell’arcivescovo Alvarez (Giulio I) ossia nella Chiesa di Nostra Signora della Buona Morte a Colombo (Isola di Ceylon ). Mons. Vilatte è in possesso della bolla di consacrazione firmata da tre vescovi e dal console americano che assisteva alla cerimonia ». 

— F.to: B. Ceretti – Arcivescovo di Corinto – Nunzio Apostolico. 

Così avvennero le successive consacrazioni:
Mgr. Vilatte consacra a Piacenza (Italia)
Mgr. Paolo Miraglia il 6-5-1900 come vescovo della chiesa cattolica italiana.
Mgr. Paolo Miraglia consacra nella chiesa vecchio cattolica di Thienghen (ducato di Baden) il 4-12- 1904
Mgr. Jules Houssav, arcivescovo della chiesa cattolica francese.
Mgr. Jules Houssay consacra ad Aire (Ginevra) il 21-6-1911
Luigi Francesco Gíraud che fu in seguito Patriarca della chiesa gallicana.
Mgr. Luigi Francesco Giraud consacra il 25-1-1913 Giovanni Bricaud il rianimatore della Chiesa gnostica apostolica che sino ad allora non era in possesso della filiazione apostolica diretta. Mgr. Giovanni Bricaud consacrò il 5-5-1918
Víctor Blanchard a Parigi. Mgr. Victor Blanchard consacrò il 7-1-1945 a Parigi
Roger Menard. Mgr. Roger Menard consacrò a Parigi il 10-6-1946 Roberto Ambelain come Vescovo di Samaria.
Mgr. Roberto con il nome di T Giovanni III, Patriarca della Chiesa Gnostica Apostolica, consacra a Parigi il 1°-5-1960 T Franciscus.
Mgr. Franciscus consacra sub conditione T Emmanuel già vescovo della Chiesa Apostolica (successione Mariavita).
Mgr. Emmanuel consacra il 28-1-1968 sub conditione T Johannes già vescovo della Chiesa Apostolica (succ. Mariavita) e T Aloysius.”