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Martinezismo

I CAVALIERI MASSONI ELETTI COHEN DELL’UNIVERSO

L’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo è stato fondato da Martinez de Pasqually (titolare di una Patente Massonica ereditata dal padre e concessa a questi dal re inglese Carlo Edoardo II Stuart) nel 1758; la Loggia Madre “La Perfection Elue Ecossaise” all’Oriente di Bordeaux venne riconosciuta come Loggia Massonica regolare dalla Gran Loggia di Francia nel 1765.

Il Maestro Martinez de Pasqually

Per definire il sistema docetico e operativo degli Eletti Cohen (di seguito useremo questa abbreviazione) è necessario innanzi tutto delineare almeno sinteticamente i tratti misteriori del suo fondatore: Martinez de Pasqually sembra sia nato a Grenoble in Francia nel 1727 (non essendovi prove che ne documentino il luogo e la data, ci sembra saggio che anche noi ci esprimiamo in tono dubitativo, coerentemente con i più seri studiosi della sua figura) e il suo stesso nome è oggetto di diverse interpretazioni e forme espressive, persino da parte di quanti lo hanno conosciuto più intimamente (nell’unico atto autentico che si conosce, l’atto di battesimo di suo figlio, il suo nome è cosi formulato: Jaque Delivon Joachin Latour de La Case, don Martines de Pasqually. Secondo lo studioso olandese Van Rijnberck si potrebbe dedurre che il suo vero nome sia stato “de La Case”, o “de Las Casas”; mentre “Martines de Pasqually” potrebbe essere uno pseudonimo, allusivo della resurrezione pasquale, ma non è questa la sede per discuterne). Parimenti incerte sono le origini della sua famiglia ebrea-sefardita (ma convertitasi al Cristianesimo un paio di generazioni prima) sebbene più fonti la riconoscano come portoghese o più probabilmente spagnola.

Poco o nulla sappiamo delle origini della sua Dottrina. Secondo Papus  e altri autori, che omettono di precisare la fonte, Martinez era stato iniziato a Londra da Swedemborg; di converso Le Forestier dichiara (anch’egli senza addurre fonti) che Papus ha immaginato questo dettaglio poiché “Martinez non é mai stato a Londra”. In tutto il Trattato esiste un solo brano nel quale Martinez dà un’indicazione precisa sulla propria vita, è quello nel quale afferma di essere andato in Cina: “I cinesi vivono nel terrore di esseri terribili e paurosi…  è questo che ci insegnano tutte queste relazioni ed è questo che io non posso ignorare avendolo visto e conoscendolo per esperienza personale”. Robert Ambelain a sua volta afferma che “Martinez de Pasqually non ha ricevuto dai suoi Iniziatori rosicruciani che la sola Magia classica, quella trasmessa da Tritemio a Heinrich Cornelius Agrippa, e da quest’ultimo al suo discepolo, Pietro d’Abano. A ciò si deve aggiungere un apporto di Magia più particolarmente giudea, tratta dalla Scuola di Eleazar di Worms. Egli prende ugualmente alcuni elementi complementari dal celebre manoscritto detto di Abramelin il Mago.”

Così descrive se stesso il Maestro de Pasqually: “In quanto a me, sono uomo e non credo affatto di avere verso di me più di un altro uomo. […] Non sono né dio né diavolo, né stregone, né mago […] Non sono che un debole strumento di cui Dio ha ben voluto, sebbene io ne sia indegno, di servirsi, per ricordare agli uomini miei simili il loro primo stato di massoni, al fine di far loro vedere veramente che sono realmente uomini-Dei, essendo creati ad immagine e somiglianza di questo Essere onnipotente”.

E così lo descrive Saint-Martin che fu suo discepolo e segretario: “Martines de Pasqually aveva la chiave attiva di tutto ciò che il nostro caro Boehme espone nelle sue teorie; ma egli non ci credeva in grado di sopportare quelle alte verità. Egli possedeva altresì dei punti che il nostro amico Boehme non ha conosciuto o non ha voluto palesare, come ad esempio, la resipiscenza dell’Essere perverso alla quale il primo Uomo sarebbe stato incaricato di lavorare” (Lettera al barone di Liebisdorf, 11 luglio 1796).

Certamente parlava e scriveva in un francese un po’ stentato, come si evince dalle sue lettere e dalle originarie versioni della sua principale Opera; aiutato dal Saint-Martin, che aveva maggiore attitudine alla scrittura, ha lasciato ai suoi Fratelli le “Dieci istruzioni agli uomini di Desiderio”, compendio di quello che sarebbe poi diventato il “Trattato della reintegrazione degli Esseri nelle loro primitive virtù e potestà”, in cui si rileggono in chiave esoterica e simbolica (facendo giusto qualche concessione alla massoneria ed al cristianesimo) i libri del Vecchio Testamento.

Altrettanto certamente era di fede Cristiana e di appartenenza cattolica, come attesta il Suo certificato di matrimonio con Marguerite Angelica de Collas e come attesta altresì il certificato di cattolicità datato 29 aprile 1772, registrato prima della Sua partenza per Santo Domingo dalla nave “Duca di Duras “con la quale raggiunse l’isola caraibica nel maggio del 1772, per entrare in possesso di una cospicua eredità, ma ivi morì, ancora giovane, nel 1774. Egli lasciò in Francia diversi Discepoli, tra i quali hanno assunto particolare rilievo Jean Baptiste Willermoz (1730-1824) e Louis Claude de Saint-Martin (1743-1803).

La dottrina segreta degli Eletti Cohen

La dottrina di Martinez può essere correttamente definita come una mescolanza di gnosticismo (in particolare la visione gnostica rappresentata da Basilide e da Valentino) e giudaismo, entrambi fortemente permeati di dottrina qabbalistica. Senza una profonda conoscenza della qabbalah, infatti, il pensiero teosofico di Martinez, da Egli espresso nell’unica sua opera che ci è stata tramandata, ovvero “Traite sur la Réintégration des êtres dans leurs premières propriétés, vertus et puissances spirituelles et divines “(conosciuta in Italia semplicemente come “Trattato sulla Reintegrazione degli Esseri”), risulta essere completamente inintelligibile ad una mente ordinaria e che non disponga delle necessarie chiavi interpretative. Di quest’opera ci sono pervenute diverse versioni leggermente differenti, in quanto era concesso ai discepoli affinché ne ricopiassero una copia di propria mano.

Il “Trattato sulla reintegrazione degli esseri” di Martinez de Pasqually è la dottrina segreta della caduta dell’Uomo dal piano spirituale a quello materiale, nonché della possibilità che gli è concessa di salvarsi e redimersi attraverso l’esercizio del libero arbitrio, una durissima ascesi in cui l’uomo apprende il modo in cui resistere ai pensieri negativi ed alle tentazioni cui è sottoposto da parte degli spiriti prevaricatori, per diventare il signore di se stesso, raggiungere il grado di Réau Croix, e comunicare infine con le gerarchie celesti (arte della teurgia).

Così Robert Amadou nei Documenti Martinisti: “La Reintegrazione presuppone una Caduta, dovuta alla prevaricazione degli esseri emanati dalla Divinità. Dio è uno, ma le sue potestà sono trine e la sua essenza quadruplice. In principio egli emana degli esseri spirituali, liberi e discreti che costituiscono la sua corte. Alcuni di questi esseri cedono all’orgoglio ed operano – vale a dire agiscono – sul modello di Dio, in prevaricazione, pretendendo cioè l’autonomia. Per punirli e salvare la corte divina, saranno cacciati da questa ed imprigionati nel mondo materiale, appositamente creato per l’occasione da spiriti rimasti fedeli. La materia è creata, non emanata: essa è illusoria. Dio emana allora l’uomo: minore spirituale poiché viene per ultimo, ma dotato di privilegi superiori a quelli dei suoi predecessori. Adamo, androgino, sarà di colpo incaricato della custodia e della riabilitazione. Ma Adamo a sua volta si inorgoglisce fino a voler essere creatore da solo. Allea la sua potenza divina a quella dei demoni ed effettua una creazione di perdizione. La sua creazione, la sua creatura Houwa, è difettosa. Ma, dopo il suo misfatto, degenera e diventa l’obbrobrio della terra. Il suo corpo glorioso diventa tenebroso, materializzandosi. Da pensante diventa pensoso e [ciò significa che] la comunicazione diretta, di cui godeva, con Dio, è interrotta. Non potrà ormai più avvenire che per il tramite, eventualmente ottenuto, degli spiriti, degli intermediari. Per entrare in rapporto con questi, l’uomo, in parte materializzato, dovrà usare dei procedimenti in parte materiali. La mistica si è degradata in teurgia cerimoniale, scienza e sacramento. Il teurgo anzitutto prega, chiede a Dio di restituirgli il suo potere originario sugli spiriti. Poi comanda agli spiriti buoni ed esorcizza i cattivi. Dei segni, talora uditivi e tattili, ma abitualmente luminosi, indicano il successo”.

Come può dunque l’uomo precipitato e degradato da “essere pensante” a “essere pensoso” operare questa reintegrazione?  Una prima tappa è la conversione, che consiste per l’uomo nel percorrere la via cardiaca, lo scendere nel proprio cuore. Occorre dunque, per utilizzare un’immagine, sradicare il nostro albero, rivoltarlo e rimettere le sue radici nel Cielo, cioè, di fatto, nel più profondo di noi. Per questa tappa, si tratterà dunque di elevarsi moralmente allo scopo di staccarci da quella materia che ci attira, tanto più che essa è, come abbiamo visto, nostra propria opera. Questa prima tappa è dunque una difficilissima lotta interiore, sicuramente la più difficile. Va sottolineato che, dopo la caduta, l’uomo è stato privato della comunicazione diretta con il Creatore. Il solo mezzo che ancora ha di parlare con il suo Creatore, la sola facoltà che ancora gli rimane del suo primitivo potere di creazione, è il Culto teurgico che deve essere reso al Creatore. Cos’è allora il culto? II culto è uno stato spirituale, è un “modo di essere” al cospetto di Dio. Dato che questo linguaggio non è il nostro linguaggio umano ma il linguaggio angelico, questa conversazione avverrà tramite simboli, segni, ovvero i misteriosi “passi” che l’operatore vede apparire nel corso delle cerimonie teurgiche e di cui tutti i libri che trattano di Martinez de Pasqually o dell’Ordine degli Eletti-Cohens parlano, di cui occorre possedere il codice per interpretarli. 

Gli Eletti Cohen, nei loro lavori magico-teurgici, invocavano l’apparizione della cosiddetta “Chose”, ovvero una manifestazione delle forze invisibili nel mondo manifesto del visibile. Tale apparizione sembrava quasi ossessionare i discepoli di Martinez, tanto che ci sono pervenute numerose lettere scritte da Willermoz o da altri Eletti Cohen ed indirizzate al Maestro nelle quali venivano espressi delusione e sconforto per la mancata manifestazione. È impossibile spiegare in modo univoco cosa realmente sia la Chose: diciamo che, come il “segreto massonico”, Essa è incomunicabile poiché si manifesterà e troverà dirette attuazioni nell’interiorità di ciascun operatore in modo diverso a seconda della persona e del suo grado di evoluzione interiore. Anche se la faccenda è più complessa, le operazioni non sono finalizzate a far manifestare la Chose in sé, essa viene per così dire scomodata in occasioni particolari quali la richiesta di permesso di accoglimento o per il passaggio ad un grado superiore degli emuli di Martinez o per saggiare l’opportunità di far partecipare qualche fratello ad operazioni particolarmente complesse, o addirittura richiedere il permesso per taluni tipi di operazioni, ma non vi è nulla che assomigli allo spiritismo o a strane evocazioni come prospettato da qualche semplicistica spiegazione. In linea di massima essa è annunciata da fenomeni ottici o più raramente acustici: scintille di luce colorata, immagini sfumate di fuochi, rapide visioni fino a vere e proprie apparizioni, suoni, voci, che costituiscono i “passi” sopra menzionati.

Preliminarmente e in via propedeutica alla pratica dei riti teurgici, è indispensabile una costante purificazione: Martinez richiedeva infatti a tutti i Cohen di assistere ogni giorno alla celebrazione di una messa e di recitare puntualmente, con una pratica quotidiana, le preghiere prescritte ogni 6 ore, oltre a determinati Salmi e all’Ufficio dello Spirito Santo nei giorni stabiliti. 

La preghiera deve essere intesa in senso necessario e non sufficiente: il Cohen deve seguire un regime di vita improntato ad una totale morigeratezza dei costumi, osservare dei lunghi periodi di castità e di digiuno, vivere ogni giorno (prendiamo a prestito le parole del grande mistico sufi turco Yunus Emre) “celebrando la gloria di Dio in ogni istante, con i propri pensieri, con i propri atti, con le proprie parole, tenendosi distante da ogni seduzione o distrazione del mondo “.

Le operazioni dei Cohen nulla avevano in comune né con la goezia volgare, né con la necromanzia, nemmeno nella sua recente forma spiritica. Lo scopo era teosofico-morale, realmente puro ed elevato. Quanto alla tecnica magica insegnata da Martinez, essa ha rapporti di somiglianza, analogia e perfino identità con i riti della magia teurgica, tale e quale è stata professata e praticata attraverso i secoli da tutti i popoli. Ci sembra fondamentale questa precisazione finale, anche al fine di avvisare fin da subito gli ambiziosi che osino sperare di praticare la Teurgia come tanti “Topolino apprendista stregone”, ripetendo la colpa di cui si macchiò il Minore Spirituale (Adamo), e non comprendendo che ciò che abbiamo descritto è la vera ed autentica operatività che il Cavaliere Eletto Cohen deve seguire. Costoro, ritenendosi “al di sopra del bene e del male ed “aldilà della comune morale” non fanno altro che creare esseri spirituali, intesi come forme pensiero, simili a loro ovvero dipendenti dai propri limiti umani e non dalla Divinità. Essi adattano la Via Teurgica alle proprie equazioni personali, alle proprie pulsioni, alle proprie umane meschinità ed ai profondi limiti della loro mente finita.

L’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo

L’organizzazione dell’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo si articolava in dieci progressivi gradi distribuiti in quattro Classi:

  • Classe o Massoneria Azzurra:

1 Apprendista;

2 Compagno;

3 Maestro;

4 Grande Eletto;

  • Classe o Classe del Portico:

5 Apprendista Cohen;

6 Compagno Cohen;

7 Maestro Cohen;

  • Classe o Gradi del Tempio:

8 Grande Architetto;

9 Cavaliere d’Oriente o Grande Eletto di Zorobabele;

  • Classe o Classe Segreta:

10 Reau+Croix.

La struttura dell’Ordine sarebbe quindi piramidale. Ciò potrebbe essere un’allusione al mistero dei primi numeri di cui parla spesso il Trattato: 1+2+3+4=10 (analogamente alla Tetraktys pitagorica).

La prima classe, finalizzata a dare all’Ordine l’apparenza di un “Regime” massonico, fondato sulle patenti stuardiste di cui Martinez era titolare, per associare quanti sarebbero stati poi messi sulla Via operativa. I catechismi dei tre o quattro primi gradi non contengono che allusioni molto rare e velate a ciò che non rientra nel normale quadro della Libero-Muratoria simbolica.

Già a partire dalla seconda classe cominciavano a essere impartiti velatamente gli insegnamenti di carattere teurgico che di massonico non avevano più nulla, basandosi su una specifica rituaria operativa di stampo prettamente cabalistico. I rituali ed i catechismi dei tre gradi del Portico mantengono sufficientemente il carattere massonico; tuttavia sono frammisti di allusioni, di espressioni, di insegnamenti enigmatici parzialmente incomprensibili, che fanno però intravvedere un mondo di conoscenze segrete e meravigliose, e sembrano contenere la promessa della loro rivelazione nei gradi seguenti.

Nella terza classe, che conservava anch’essa un vernissage massonico, l’iniziato era istruito nell’esoterismo contenuto nel Trattato della Reintegrazione degli Esseri e gli veniva inoltre impartita un’ autentica ordinazione sacerdotale; del resto Cohen ,in ebraico , è l’esatto equivalente del termine latino “sacerdos ”. Nel grado di Grande Architetto iniziavano le prime reali pratiche: purificazioni, esorcismi e cooperazione con le operazioni teurgiche mentre nel successivo grado, il nono, le pratiche venivano sospese e si approfondiva lo studio sulle dottrine Cohen e sulle leggende dei vari gradi.

Quindi si perveniva, dopo lunga preparazione, al decimo ed ultimo grado, dove il Reau+Croix veniva posto nelle condizioni d mettersi in rapporto con gli Spiriti Agenti mediante le opportune pratiche evocatone.

Le Operazioni complessive a cui si dedicavano gli Eletti Cohen erano dieci:

  1. Culto di Espiazione.

  2. Culto di Grazia Particolare Generale.

  3. Culto Operativo contro i Demoni.

  4. Culto di Prevaricazione e di Conservazione.

  5. Culto contro la Guerra.

  6. Culto di Opposizione ai Nemici della Legge Divina.

  7. Culto per ottenere la discesa dello Spirito Divino.

  8. Culto di consolidamento della fede e della perseveranza nella Virtù Spirituale Divina.

  9. Culto per la fissazione dello Spirito Conciliatore Divino con sé stesso.

  10. Culto di Dedicazione annuale di tutte le Operazioni al Creatore.

La maggior parte dei capitoli Cohen si è sciolta verso il 1780 e i loro membri sono in parte rientrarono  nelle due maggiori obbedienze massoniche francesi: la Gran Loggia di Francia ed il Grande Oriente di Francia. Tuttavia in quell’epoca e nei quaranta anni successivi, alcuni Reau+Croix isolati sopravvissero fino al 1824, anno della morte di Willermoz. Ne abbiamo la prova grazie ad una lettera del 23 Marzo 1790 di Perisse du Lue a Willermoz, nella quale vi è un’allusione evidente al lavoro dell’Equinozio che Saint-Martin e Willermoz in quell’anno avrebbero compiuto ognuno per proprio conto. É quindi altamente probabile che molto tempo dopo esistessero ancora, perchè mentre i Reau+Croix ordinari non avevano la facoltà di ordinare altri Reau+Croix, coloro che erano membri del Tribunale Sovrano e pareva avessero il diritto di chiamarsi Superiori Incogniti dell’Ordine, potevano praticare le ordinazioni (come fece nel 1774 Willermoz ordinando Reau+Croix sua sorella, la Signora Provensal). Altri membri del Tribunale Supremo, tra cui i sostituti Bacon e Deserre, ed in seguito il Marchese d’Ossun successore di Deserre, hanno forse anche loro iniziato degli Eletti Cohen fino al massimo grado, perpetrando questa sopravvivenza occulta degli Eletti Cohen propriamente detti,che abbiano abbia continuato qualcuna delle operazioni teurgiche rituali individualmente o attraverso circoli occulti e privati in cui la primitiva dottrina di Martinez avrebbe continuato ad essere insegnata, i riti mantenuti e le operazioni praticate come all’origine dell’Ordine. Di certo la dottrina martinezista pervenne fino ad Henri Delaage, nipote di Antoine Chaptal,discepolo diretto di Saint-Martin, che la trasmise ritualmente, assieme all’iniziazione martinista a Papus, fondatore dell’Ordine Martinista.

Essere ricevuti negli Eletti Cohen

Per praticare veramente e con profitto la Via Teurgica, ovvero per “Rendere Culto” bisogna necessariamente impostare la propria vita in un modo che risulta oggi assai poco compatibile con le condizioni di vita borghese (lavoro, impegni familiari, hobbyes, etc.) che la stragrande maggioranza delle persone segue. Robert Amadou soleva ripetere che bisogna fare delle scelte radicali ed ultimative se ci si vuole dedicare seriamente alla Via Iniziatica. Ma ben pochi oggi sono in grado di compiere scelte del genere e si illudono che certi percorsi possano essere seguiti “a mezzo servizio”, ma ciò non è possibile. Per tali motivi, seguendo fedelmente l’insegnamento del nostro Venerato Maestro Passato  Jean, esempio mirabile di rigore, serietà e coerenza, riteniamo ammissibili alla Linea Teurgica Martinezista soltanto pochissimi Superiori Incogniti che possiedano le necessarie qualificazioni e che abbiano delle condizioni di vita compatibili con un percorso così impegnativo.