Martinismo
MARTINISMO E ORDINI MARTINISTI
Delineare in poche righe la storia e le finalità del Martinismo non è cosa facile, soprattutto quando si considerino le numerose frammentazioni a cui l’Ordine è andato incontro nell’ultimo mezzo secolo.
Poiché,a differenza del passato, oggi moltissime persone si avvicinano al Martinismo grazie ad internet e non sono in grado, ovviamente, di discriminare tra le Strutture Martiniste legittime e regolari e quelle che invece non lo sono riteniamo indispensabile fornire alcune preventive informazioni che aiuteranno i seri cercatori nella loro scelta.
Premessa
In verità ogni linea Martinista potrebbe, a ragione, rivendicare una Sua propria ”legittimità” nella misura in cui ciascun Superiore Incognito Iniziatore di IV grado (Iniziatore Libero secondo la dizione francese) è teoricamente abilitato ad iniziare chiunque ai Gradi Martinisti e perciò a creare una propria ”Filiazione” Martinista, rispondendo del proprio comportamento ai soli Maestri Passati. In tali casi si dovrebbe però parlare di “Gruppi Martinisti” o di “Federazioni di Liberi Iniziatori” non certo di “Ordini” atteso che:
La Tradizione Martinista impone che il conferimento della qualifica di “Iniziatore” (S:::I:::I::: IV Grado) è riservato al solo Gran Maestro di un Ordine; dunque un “Libero Iniziatore” può creare Associati Incogniti ( I Grado) Iniziati Incogniti (II Grado) e Superiori Incogniti (III Grado) ma NON Iniziatori! A riprova di ciò vi è il fatto che gli Ordini Martinisti direttamente discendenti da Papus e dai Suoi legittimi Successori dispone di un V grado (Superiore Incognito Grande Iniziatore) posseduto di norma dal solo Gran Maestro e dal Gran Maestro Aggiunto, che “abilita” a creare (o per meglio dire a consacrare) dei nuovi Iniziatori Martinisti.
Si diventa Gran Maestro di un Ordine Martinista regolare UNICAMENTE attraverso l’investitura (diretta o tramite testamento) del precedente G.M. e per votazione del Collegio degli Iniziatori. La bizzarra consuetudine (invalsa negli ultimi anni in alcuni sedicenti “Ordini”) per cui un Iniziatore (magari in contrasto con i vertici del proprio Ordine) crea dei nuovi Iniziatori (cosa che non potrebbe assolutamente fare alla luce di quanto abbiamo spiegato in precedenza) facendosi poi “eleggere” Gran Maestro di un nuovo “Ordine” testè costituito rappresenta un atto controiniziatico e contrario alla Tradizione Martinista.
Inoltre occorre tener conto che una linea Martinista può, a buon diritto, definirsi “legittima” tanto più Essa si mantenga fedele agli insegnamenti ed alla operatività originaria e tanto più Essa possa dimostrare una chiara linearità della propria discendenza Iniziatica.
Dopo queste indispensabili premesse forniamo ora al lettore alcune informazioni sulla storia del Martinismo e sulle Sue finalità.
Colui che possiamo definire, per taluni aspetti, il precursore del Martinismo è un misterioso esoterista del XVIII secolo che risponde al nome di Martinez de Pasqually (il suo nome può trovarsi scritto in forme diverse, da diversi autori e anche da coloro che lo hanno conosciuto più intimamente; nell’unico atto autentico che si conosce, l’atto di battesimo di suo figlio, il suo nome è cosi formulato: Jaque Delivon Joachin Latour de La Case, don Martines de Pasqually. Secondo lo studioso olandese Van Rijnberck si potrebbe dedurre che il suo vero nome sia stato “de La Case”, o “de Las Casas”; mentre “Martines de Pasqually” potrebbe essere uno pseudonimo, allusivo della resurrezione pasquale, ma non è questa la sede per discuterne). Parimenti incerte sono le origini della sua famiglia ebrea-sefardita (ma convertitasi al Cristianesimo un paio di generazioni prima) sebbene più fonti la riconoscano come portoghese o più probabilmente spagnola; incerta è anche la data di nascita di Martinez, che dovrebbe essere avvenuta a Grenoble in Francia.
Titolare di una Patente Massonica ereditaria, che il Re Carlo Stuart aveva concesso al padre, Martinez nel 1754 costituì l’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen dell’Universo.
Tale Ordine possedeva i classici gradi massonici di Apprendista, Compagno e Maestro, ma dopo il terzo grado disponeva di successivi gradi di perfezionamento divisi in due sezioni (o “classi”) che di massonico non avevano più nulla, basandosi su una specifica rituaria operativa di stampo prettamente cabalistico. Scopo di tali operazioni era l’ottenimento della Re-Integrazione dell’uomo, decaduto nella materia, per ottenere la riconquista di quello stato Angelico primordiale che gli era stato conferito all’atto della sua emanazione: ciò in accordo con gli insegnamenti della Cabala che indicano, come fine ultimo dell’uomo l’ottenimento dello stato di “Adam Khadmon” (sovrapponibile all’ “Insan al Khamil”, ovvero “Uomo di Luce” del Sufismo Mussulmano), ovvero l’Uomo Cosmico Re-Integrato. Tali concetti sono presenti in tutte le correnti spirituali della Tradizione Occidentale dall’Antico Egitto alla Scandinavia, passando per il mondo Ellenico-Romano.
In buona sostanza possiamo definire il sistema adottato dai Cavalieri Eletti Cohen come un percorso basato sulla teurgia, con aggiunta di tecniche di tipo “estatico-devozionale”. Martinez espresse le proprie idee nella Sua Opera più celebre, ”Il Trattato sulla Reintegrazione degli Esseri”, che voleva essere, nelle intenzioni dell’Autore, una sorta di interpretazione cabalistica dei primi capitoli della Genesi Biblica.
Martinez dalla Francia si trasferì nell’isola di Santo Domingo, per entrare in possesso di una cospicua eredità, ma ivi morì, ancora giovane, nel 1774. Egli lasciò in Francia diversi Discepoli, tra i quali hanno assunto particolare rilievo Jean Baptiste Willermoz (1730-1824) e Louis Claude de Saint-Martin (1743-1803).
Jean Baptiste Willermoz
Jean Baptiste Willermoz diede una virata netta in direzione massonica ai Cavalieri Eletti Cohen dell’Universo, creando successivamente il Regime Massonico dei “Cavalieri Beneficienti della Città Santa” da cui poi si sviluppò l’Obbedienza nota come “Regime Scozzese Rettificato”, che ebbe la Sua massima fioritura in Svizzera (di tale Rito sembra che abbia fatto parte tra gli altri anche il grande psichiatra Carl Gustav Jung). La sua opera non è quindi ritenuta così centrale dal punto di vista della storia del Martinismo, sebbene da alcuni suoi scritti e in particolare dalla sua corrispondenza con il Maestro sia possibile trarre importanti indicazioni.
Louis Claude de Saint-Martin
Si deve proprio a Saint-Martin anche l’ideazione del Pantacolo Martinista, in cui il Maestro francese volle sintetizzare l’intero cammino umano verso la Re-Integrazione. Il cerchio esterno rappresenta Dio e l’Esagono le sei fasi della creazione, essendo il punto centrale del medesimo esagono l’uomo, inteso come settima fase della creazione divina. La croce simboleggia il ri-collegamento del centro dell’universo (anima umana) con Dio, ovvero la Re-Integrazione per mezzo del Riparatore. Il triangolo bianco, ascendente, rappresenta l’evoluzione, tutto ciò che sale, il fuoco, il calore. Il triangolo nero, discendente, simboleggia l’involuzione, tutto ciò che scende, l’acqua, l’umidità: perciò i due triangoli intersecati (Sigillo di Salomone) indicano anche la natura nel suo insieme. Quindi Dio, Creazione, Natura, Uomo, Re-Integrazione: questo è tutto significato dal Pantacolo Martinista. L’elemento centrale del Martinismo di Saint-Martin è rappresentato dalla figura del “Riparatore”, ovvero il Christo (sulla cui figura sono state date molteplici interpretazioni, anche in ambito Martinista, alcune delle quali non lo identificano con la personalità storica di Gesù di Nazareth).
Louis Claude de Saint-Martin deve invece essere considerato come il vero Padre del Martinismo, che infatti a Lui si ispira e a Lui deve il proprio nome. Nato in una famiglia di antica nobiltà, il giovane Louis Claude intraprese inizialmente la carriera militare, venendo iniziato alla Massoneria nella Loggia Militare del proprio Reggimento; conosciuto Martinez de Pasqually, ne divenne il devoto discepolo e poi, dopo il suo congedo dall’esercito, il segretario. Non sbaglieremmo a definire Saint-Martin (che assunse lo pseudonimo di “filosofo Incognito”) come un grande Mistico, nel senso più elevato e spiritualmente più alto di tale termine, ovvero di Iniziato ai Misteri. Nella propria indefessa fedeltà al Maestro Martinez, Egli compiva con grande determinazione e puntualità i Riti prescritti, ma il dubbio si faceva strada nella Sua mente, onde la celebre domanda che gli rivolse:
”Maestro, ma davvero sono necessarie tutte queste cose per pregare Dio?”
Fu consequenziale che, alla morte del proprio amato Maestro, il Filosofo Incognito si rivolgesse verso sponde più assonanti alla propria natura: così egli approfondì l’opera del grande Mistico tedesco Jacob Boehme, un semplice ciabattino che, grazie alla forza della propria devozione ed alla intensità delle proprie preghiere, era riuscito a stabilire un autentico rapporto di comunione con la Divinità. Nella realtà, Boehme era connesso con quella “Fama Fraternitatis“ della Rosa+Croce che ha rapresentato l’Organizzazione Iniziatica più importante d’Europa negli ultimi 400 anni. Nel corso degli anni Saint-Martin (la cui produzione letteraria fu fecondissima) sfrondò progressivamente il Martinismo dall’operatività magico-teurgica di Martinez lasciando, come compimento delle operazioni rituarie, la recita dei Salmi penitenziali davidici.
Gèrard Encausse : Papus
Con la morte terrena del Filosofo Incognito, avvenuta nel 1803, il Martinismo entrò in una fase di stasi che terminò, con la conseguente Sua rinascita, grazie a Colui che, a ben ragione, può essere definito il Fondatore del Martinismo moderno: il medico francese, di origine basca, Gèrard Encausse (nome iniziatico “Papus” 1865-1916).
Papus fu un interprete eclettico delle scienze Iniziatiche: Gran Maestro per la Francia del Rito di Memphis-Misraim, animatore della Rosa+Croce Cabalistica assieme a Stanislas de Guaita, devoto al celebre mistico e veggente Maitre Philippe di Lione, emulo del teurgo Eliphas Levi, Egli fondò l’Ordine Martinista assieme ad Augustin Chaboseau (1869-1946), attraverso il reciproco scambio delle Iniziazioni provenienti da Saint-Martin e perciò riunificando in un unico complesso la linea “Sacerdotale-Teurgica” di Martinez de Pasqually (pervenuta a Papus tramite Henri Delaage) e quella “Cardiaca” di Saint-Martin (pervenuta a Chaboseau tramite una zia che era stata iniziata da un discepolo diretto del Filosofo Incognito).
Tutti gli attuali Ordini Martinisti si rifanno all’impianto ideato da Papus. Il Cammino Martinista è costituito da gradi successivi: Associato Incognito, Iniziato Incognito, Superiore Incognito, Superiore Incognito Iniziatore (o Iniziatore Libero). In effetti, più che un grado l’Iniziatore consiste in una qualifica, onde alla fine si può anche dire che la Via Martinista consta di tre gradi. Tali gradi corrispondono alle tre fasi principali della Grande Opera, onde il colore dei rispettivi cordoni (nero per l’Associato, bianco per L’Iniziato Incognito, rosso per il Superiore Incognito) e le corrispondenti ritualità da compiersi in armonia con il calendario operativo luni-solare. L’Associato lavora essenzialmente a un obiettivo purificatorio, mentre l’Iniziato comincia a cimentarsi anche con rituarie di tipo cerimoniale, così che da Superiore Incognito potrà indirizzare la propria realizzazione in senso cardiaco oppure teurgico, secondo le proprie inclinazioni. Essendo in ogni caso una via Sacerdotale, il Martinismo è l’unica Scuola Iniziatica occidentale che richiede una pratica rituale individuale: indipendentemente dal proprio grado di avanzamento, ciascun Martinista compiere ogni giorno un rito che lo collega alla catena fraterna; si tratta di un rito semplice e breve, ma molto efficace ed indispensabile per il collegamento con l’Eggregoro dell’Ordine. Tra gli strumenti più importanti va sicuramente annoverata la preghiera e in particolare l’uso dei Salmi, su cui si basano numerose operazioni.
Il Martinista può benissimo non essere Massone (anche se molti lo sono), possiamo dunque definire il Martinismo come una Associazione Iniziatica ove Fratelli e Sorelle lavorano assieme senza alcuna distinzione. Occorre anche precisare che Papus legò in un unico indissolubile Deposito Iniziatico: il Rito di Memphis-Misraim, il Martinismo e la Chiesa Gnostica, essendo contemporaneamente a capo di tutti e tre gli Ordini Iniziatici; così si regolarono anche i Suoi successori fino a Robert Ambelain. Quest’ultimo però riconosceva il “Primato” nell’Ambito Martinista di Philippe Encausse (“Jean”, 1906-1984), figlio di Gèrard. Lo stesso Dupont, predecessore di Ambelain come Gran Jerofante del Memphis-Misraim, cedendo la sua Filiazione al figlio di Papus nel 1959, fece confluire l’Ordine Martinista di cui era a capo (ed a cui aderivano i Membri francesi del Memphis-Misraim ovvero l’Ordine Martinezista di Lione) nell’Ordine Martinista Universale fondato da Philippe Encausse nel 1952 e con il quale Egli riunificò le varie Linee Martiniste provenienti da Tèder, Wirth, Blanchard, Jean Chaboseau, Bricaud.
Dopo la morte di Jean si assistette ad una nuova parcellizzazione del Martinismo in Francia. Nel 1978 Philippe Encausse cedette la Filiazione ricevuta da Dupont al Fratello J.M. d. A.V. (Hermanubis) che costituì un Ordine autonomo denominato “Ordine Martinista Egizio” in relazione al fatto che al suo interno venivano accettati unicamente i membri della Libera Muratoria Egizia degli Alti Gradi.
Apriamo una parentesi per accennare alla storia del Martinismo in Italia negli ultimi 40-50 anni, particolarmente complicata anche a causa delle vicende relative alle varie ”scissioni” del Memphis-Misraim.
La Filiazione più autenticamente ”Papusiana” in Italia è certamente quella rappresentata dall’Ordine Martinista (detto di Venezia) attivo nella Penisola dal 1910 grazie ad una Patente concessa da Papus a Dunstano Cancellieri. Nel 1923 tale Ordine (guidato dall’avvocato romano Alessandro Sacchi) si distaccò bruscamente dall’Ordine Martinista francese diretto da Bricaud e tale frattura sarebbe poi stata ricomposta solo nel 1965 attraverso la firma del “Trattato di Amicizia Fraterna e di Reciproco Riconoscimento” siglato a Venezia da Philippe Encausse e da Ottavio Ulderico Zasio (Artephius). Il successore di Zasio, Gastone Ventura (Aldebaran), dovette fronteggiare nel 1971 una grave diaspora promossa dai Fratelli Furlotti (Aloysius) e Brunelli (Nebo). Dopo la morte di Brunelli seguirono diverse vicende umane che portarono profonde spaccature in seno all’Ordine (fondato nel 1971 da Aloysius e Nebo come Ordine Martinista di lingua italica) denominato Ordine Martinista Antico e Tradizionale, al cui il G.M. del tempo Fabrizio Mariani (Giovanni Aniel) mutò il nome in Ordine Martinista Universale (O.M.U.).Questo non fu però accettato da alcuni Iniziatori che decisero di rifondare l’O.M.A.T. dal Quale poi si sviluppò l’O.M.E.C. (Ordine Martinista degli Eletti Cohen).
Tali due principali Ordini Martinisti italiani sono tornati oggi ad essere in buoni rapporti grazie allo storico incontro promosso dal Gran Maestro del NVO, tenutosi a Padova nel 2016, tra il G.M. Arturus (discendente di Ventura) ed il G.M. Anamji (discendente di Brunelli). Rimettere ordine tra gli Ordini presenti in Italia è ormai impresa pressoché impossibile, ma quanto meno tale occasione colse l’importante obiettivo di sottoscrivere la “Lettera di Intenti del Martinismo Italiano” da parte di ben 7 Ordini.
Le ragioni di tali scissioni, al di là delle singole vicende personali che pure vi possono aver contribuito, vanno ricercate all’origine nella diversa impostazione docetico-operativa su cui si sono aspramente divisi quanti si proclamavano interpreti della via teurgico-operativa (ispirandosi, non sempre in modo autentico, al Martinezismo di De Pasqually) oppure quella mistico-cardiaca (anche in questo caso ispirandosi, non sempre in modo autentico, al Martinismo di L.C.de Saint Martin). Noi siamo certi che entrambe le Vie debbano essere percorse in modo coerente e avere pari dignità: saranno poi i carissimi Fratelli e Sorelle ad orientarsi a seconda delle proprie interiori inclinazioni.
Ritornando ora alla nostra storia più recente, dal maggio del 2012 con l’abdicazione del G.M. Hermanubis la Montagna del NVO è stata trasferita in Italia, Paese di origine e di residenza dell’attuale Gran Maestro.
Ordine Martinista di Lione
Nel dicembre 2018, dopo un periodo di ricerca di concerto con il Decano dell’Ordine, il Gran Maestro ha inteso rifondare l’Ordine Martinista di Lione (OML) alla radice, recuperandone l’antico spirito, in coerenza con gli insegnamenti dei nostri Maestri Passati, ovvero dotando i Fratelli sulla Via di un impianto docetico e operativo orientato alla realizzazione dell’Opera individuale e universale secondo le proprie inclinazioni, rispettivamente mistico-cardiaca ovvero operativo-teurgica.
Associato Incognito
Iniziato Incognito
Superiore Incognito
Qualifiche superiori, riservate ai membri di ambo i sessi che dimostrino di possedere le necessarie qualità, conferiscono il potere di trasmettere l’Iniziazione Martinista; queste in realtà, più che in un “grado” consistono in qualifiche, dal momento che nessuna differenza esiste sul piano della individuale operatività martinista tra i Superiori Incogniti e gli Iniziatori.
Il lavoro martinista si realizza come rapporto individuale di trasmissione da Iniziatore ad iniziando e si svolge con un duplice indirizzo ed un unico fine:
- in via individuale, come prosieguo del momento iniziatico, ed in tal caso si hanno Fratelli e Sorelle considerati “isolati” nell’ambito della Catena formata dal medesimo Iniziatore
- in Templi, se i Fratelli e le Sorelle collegati sono in numero pari o maggiore di quattro (dei quali almeno uno insignito dei poteri iniziatici).
Linea di Successione Iniziatica diretta del Fr. Apis
Louis-Claude de Saint-Martin